Ho lavorato spesso in ambienti interni.
Dipingere in una sala o in una stanza non vuol dire necessariamente
assumere la logica del trompe-l’oeil o della pittura d’illusione,
ma stabilire rapporti con uno spazio definito e la sua architettura.
E tuttavia, nella memoria corrono gli esempi amati,
Mantegna, Veronese, Correggio.
Tra realtà e illusione da sempre corre un confine incerto.
I.C., 2017
Nel suo studio piccolissimo Isabella dipinge stando dentro al quadro:
grandi spazi di cielo, alberi, prati, acqua, edifici.
Chi é pittore conosce la sensazione
di essere «laggiù» quando dipinge lontananze,
o di essere «qui» quando traccia il primo piano.
Si vaga nello spazio che il pennello va costruendo.
In questi spazi anche lo spettatore è invitato a entrare,
attraverso una soglia prospettica, o una cornice di finestra
o tondo o lunetta, non per guardare ma per esserci,
tra cose concrete, luci, aria, fruscii, temperature.
Stefano Levi Della Torre, pittore, 1993
Sono rotonde la terra e il sole. Sono rotondi l’anello e la moneta.
Lo è anche l’oculo della cupola del Pantheon, da cui la luce piove.
Ho dipinto molti tondi, e una pittura dentro un cerchio
spinge l’occhio e la mente verso il centro. Per liberare dal centro
le figure è necessario disporle contro il cielo.
Il cielo in pittura ha da sempre un ruolo decisivo,
e tra i suoi poteri ha quello di sfondare i soffitti
da sotto in su. Sta allora dentro un perimetro
che le nubi possono stringere,
creando a loro volta figure chiuse.
Può rompere il chiuso con il volo di angeli e uccelli.
I.C., 2017
Gli uccelli hanno rubato il colore ai fiori
Hanno rubato rosso e azzurro, e poi viola, giallo e verde,
lasciandoli soli o accostandoli in modi differenti.
Volando, gli uccelli portano i colori verso l’alto
e il cielo vi aggiunge il celeste che gli è proprio.
Dalla luce dell’aria i colori entrano per soffio naturale
nell’acqua, poi nei pesci, poi nell’acquario.
Le bellezze di natura sono puro fasto e puro spreco,
e lo stesso vale per il quadro del pittore.
I.C., 2017